Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

La sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico, intervistata da Antonio Debenedetti, racconta la trama de Il Gattopardo (1963), il film di Luchino Visconti tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore siciliano Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Tale racconto è funzionale all’esemplificazione del diverso tipo di rapporto che può stabilirsi tra il regista e il testo letterario: se nel caso del Gattopardo la trasposizione cinematografica si attiene scrupolosamente, tranne che nella parte finale, alla trama del romanzo, nel caso di Senso (1953), sempre di Visconti, tale fedeltà viene disattesa con esiti assolutamente felici. Quest’ultimo lavoro di Visconti è infatti emblematico della possibilità di costruire su un racconto esile e modesto, qual è, a detta della sceneggiatrice, quello di Arrigo Boito, un film bellissimo. L’intervista si conclude ricordando uno dei progetti della coppia Cecchi D`Amico-Visconti mai realizzati: l’adattamento per il cinema de L’idiota di Dostoevskij. Nonostante il film non si sia mai fatto, il romanzo, uno dei più amati da Suso Cecchi d’Amico, è stato letteralmente “saccheggiato”, traendone preziosi spunti per la realizzazione di Rocco e i suoi fratelli (1960). Continue reading

L` occhio di Cartier- Bresson a San Gimignano

  I 140 scatti di Henri Cartier Bresson, in mostra alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Raffaele De Grada” di San Gimignano dall’16 giugno al 15 ottobre 2017, dedicati al grande maestro, sono un’ ottima occasione per  immergerci nel suo mondo, per scoprire il carico di ricchezza di ogni sua immagine, testimonianza di un uomo consapevole, lucido verso la realtà storica e sociologica che lo circondava.

 

Quando scatta l’immagine guida che è stata scelta per questa sua nuova rassegna monografica allestita a San Gimignano, Henri Cartier-Bresson ha appena 24 anni. Ha comprato la sua prima Leica da appena due anni, ma è ancora alla ricerca del suo futuro professionale. È incerto e tentato da molte strade: dalla pittura, dal cinema. “Sono solo un tipo nervoso, e amo la pittura.” …”Per quanto riguarda la fotografia, non ci capisco nulla” affermava.

Non capire nulla di fotografia significa, tra l’altro, non sviluppare personalmente i propri scatti: è un lavoro che lascia agli specialisti del settore. Non vuole apportare alcun miglioramento al negativo, non vuole rivedere le inquadrature, perché lo scatto deve essere giudicato secondo quanto fatto nel qui e ora, nella risposta immediata del soggetto.

Per Cartier-Bresson la tecnica rappresenta solo un mezzo che non deve prevaricare e sconvolgere l’esperienza iniziale, reale momento in cui si decide il significato e la qualità di un’opera.

 

“Per me, la macchina fotografica è come un block notes, uno strumento a supporto dell’intuito e della spontaneità, il padrone del momento che, in termini visivi, domanda e decide nello stesso tempo. Per “dare un senso” al mondo, bisogna sentirsi coinvolti in ciò che si inquadra nel mirino. Tale atteggiamento richiede concentrazione, disciplina mentale, sensibilità e un senso della geometria. Solo tramite un utilizzo minimale dei mezzi si può arrivare alla semplicità di espressione”.

 

Henri Cartier-Bresson non torna mai ad inquadrare le sue fotografie, non opera alcuna scelta, le accetta o le scarta. Nient’altro. Ha quindi pienamente ragione nell’affermare di non capire nulla di fotografia, in un mondo, invece, che ha elevato quest’arte a strumento dell’illusione per eccellenza.

Lo scatto è per lui il passaggio dall’immaginario al reale. Un passaggio “nervoso”, nel senso di lucido, rapido, caratterizzato dalla padronanza con la quale si lavora, senza farsi travolgere e stravolgere.

 

 

I suoi scatti colgono la contemporaneità delle cose e della vita. Le sue fotografie testimoniano la nitidezza e la precisione della sua percezione e l’ordine delle forme.

Egli compone geometricamente solo però nel breve istante tra la sorpresa e lo scatto. La composizione deriva da una percezione subitanea e afferrata al volo, priva di qualsiasi analisi. La composizione di Henri Cartier-Bresson è il riflesso che gli consente di cogliere appieno quel che viene offerto dalle cose esistenti, che non sempre e non da tutti vengono accolte, se non da un occhio disponibile come il suo.

 

“Fotografare, è riconoscere un fatto nello stesso attimo ed in una frazione di secondo e organizzare con rigore le forme percepite visivamente che esprimono questo fatto e lo significano. E’ mettere sulla stessa linea di mira la mente, lo sguardo e il cuore”.

 

Per parlare di Henri Cartier-Bresson  è bene tenere presente  la sua biografia. La sua esperienza in campo fotografico si fonde totalmente con la sua vita privata. Due episodi la dicono lunga sul personaggio: nel 1946 viene a sapere che il MOMA di New York intende dedicargli una mostra “postuma”, credendolo morto in guerra e quando si mette in contatto con i curatori, per chiarire la situazione, con immensa ironia dedica oltre un anno alla preparazione dell’esposizione, inaugurata nel 1947. Sempre nello stesso anno fonda, insieme a Robert Capa, George Rodger, David Seymour, e William Vandivert la famosa agenzia Magnum Photos. Insomma, Cartier – Bresson è un fotografo destinato a restare immortale, capace di riscrivere il vocabolario della fotografia moderna e di influenzare intere generazioni di fotografi a venire

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Obiettivo della mostra  è far conoscere e capire il modus operandi di Henri Cartier-Bresson, la sua ricerca del contatto con gli altri, nei luoghi e nelle situazioni più diverse, alla ricerca della sorpresa che rompe le nostre abitudini, la meraviglia che libererà le nostre menti, grazie alla fotocamera che ci aiuta ad essere pronti a coglierne e ad immortalarne il contenuto.

Noi abbiamo intervistato il curatore Denis Curti.

“Henry Cartier- Bresson. Fotografo”

San Gimignanao, Galleria d’ Arte Moderna e Contemporanea “Raffaele De Grada”

16 giugno – 15 Ottobre Continue reading

“Per un filo di seta”, viaggio nel Giappone dell’Ottocento

Il Mao – Museo d’Arte Orientale di Torino ospita dal 28 luglio al 1º ottobre la mostra “Per un filo di seta”, a cura di Teresa Ciapparoni La Rocca. L’esposizione, organizzata con la collaborazione di Link Japan 4 Events in occasione del 150º anniversario delle relazioni Italia-Giappone, raccoglie le testimonianze di militari, diplomatici e commercianti italiani, per lo più piemontesi e lombardi, che furono artefici dell’apertura dei rapporti tra i due paesi. Di particolare interesse, ad esempio, sono quelle lasciate da alcuni setaioli piemontesi procacciatori di seme-bachi, ossia uova di baco da seta, tra i quali Pietro Savio di Alessandria e Giovanni Battista Imberti di Racconigi (Cuneo), e da Vittorio Sallier de La Tour, ministro plenipotenziario inviato straordinario. Il percorso espositivo comprende fotografie, xilografie, disegni, porcellane, libri e documenti inediti concessi dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Continue reading

Il mito greco e gli amori divini a Napoli

Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli è possibile visitare la mostra Amori Divini, un’esposizione di 80 opere sul tema amore ed eros e sul mito greco: dai vasi attici agli affreschi pompeiani fino ai quadri rinascimentali e moderni. Un unico filo conduttore, la metamorfosi,  di questa molto interessante esposizione che propone un percorso “nel mito greco e nella sua fortuna”  attraverso la seduzione e la trasformazione. http://www.museoarcheologiconapoli.it/it/2017/06/amori-divini-dal-7-giugno-al-16-ottobre/ Continue reading

Tanti artisti famosi e un Haring “scomparso”: la mostra che fa il punto sulla street- art

Cross the Streets è una piattaforma culturale che getta le basi per una storicizzazione del fenomeno del Writing e della Street Art, tirando le fila del fenomeno artistico e mediatico fra i più influenti degli ultimi quarant’anni. Una controcultura, ormai diventata ampiamente mainstream, in mostra fino all’1 ottobre 2017 al MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma. 

Unica avanguardia in grado di riunire gioventù, periferie e minoranze della globalizzazione, l’arte urbana, in tutte le sue forme – dal Writing, ai Graffiti, dal Muralismo alla Street Art – ha influenzato profondamente l’immaginario collettivo: partendo da fenomeno underground di protesta giovanile questa pratica artistica è arrivata a contaminare tutti i campi, dalla moda alla musica, dal cinema alla fotografia fino alla pubblicità e, più in generale, è diventata di dominio pubblico. Lo scopo di Cross the Streets è quello di indagare, a livello globale, la potenza e la fascinazione di questa multimedialità estrapolandone le linee guida, i pionieri mondiali, i fenomeni di costume da essa generati e, a livello locale, la storia del graffitismo romano.

La mostra ospita artisti di grande rilievo, sia internazinali che italiani e soprattutto permette di farsi un idea dellle tante forme che l’arte urbana ha assunto in almeno 4 decenni e che forse assumerà in futuro. Accanto infatti a nomi celebrati come Invader o Shepard Fairey, Ron English o Ray Caesar tra gli stranieri o Diamond, Lucamaleonte o JBRock,tra gli italiani,  si possono vedere anche le “nuove leve” come ad esempio il ventenne egiziano Musa One.  Partendo insomma dalla sezione dal titolo “Street Art Stories”, che  ospita una selezione di artisti e opere che – riuniti sotto la stessa visione – permettono allo spettatore di avere una panoramica più chiara possibile della nascita e dell’evoluzione del fenomeno della Street Art. , si arriva fino ai nostri giorni con uno sgauardo proiettato sul futuro di questa forma d’ arte sempre più importante e popolare.

Per orientarci all’ interno dell’ esposizione  e per capire meglio le varie forme espressive che vanno sotto il nome, davvero generico, di Street – Art, noi ci siamo fatti guidare dalla co – curatrice Alice Ghinolfi che ci ha raccontato, tra le altre cose, una storia, che non molti conoscono, su Keth Haring a Roma e sulle opere che aveva realizzato in quell’ occasione.

“Cross the Streets”

Roma, Macro

7 Maggio  – 1 Ottobre    Continue reading

La Sicilia di De Roberto e Tomasi di Lampedusa

 I viceré di Federico De Roberto affronta il tema del Risorgimento, come Il gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Il primo libro parla dell’impossibilità di riscatto per i viceré che l’autore vede avari, vili, feroci. Lo sdegno contro di loro è la forza del romanzo. Il potere corrotto, la storia circolare, la nobiltà che ha uno strapotere sono temi ricorrenti in De Roberto. Per quanto riguarda Il gattopardo di Tomasi di Lampedusa le vicende dell’uomo che comanda sono visti dal telescopio a distanza dal principe. La meditazione politica qui si fa poesia. Paesaggi siciliani, Palma di Montechiaro e Catania sono gli sfondi di questo filmato. Continue reading

Pompei: i balletti “Parade” e “Pulcinella” in scena negli Scavi

Dal 27 al 29 luglio al Teatro Grande degli Scavi di Pompei (Napoli) andranno in scena i balletti Parade e Pulcinella, con i solisti e il corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma diretti da Eleonora Abbagnato (primi ballerini Rebecca Bianchi, Claudio Cocino e Manuel Paruccini). L’allestimento celebra il centenario di Parade, nato dalla collaborazione, orchestrata dall’impresario dei Balletti Russi, Sergej Djagilev, tra Pablo Picasso, Jean Cocteau, Léonide Massine ed Erik Satie, rappresentato per la prima volta a Parigi nel 1917 ma preparato durante un viaggio in Italia di Picasso e Cocteau. Pulcinella, che debuttò nel 1920, è firmato invece da Igor Stravinskij per la musica, Léonide Massine per la coreografia e Pablo Picasso per la scenografia e i costumi, ed è ambientato a Napoli e ispirato dalle suggestioni dei viaggi degli autori nella città. La coreografia di Massine è ripresa da suo figlio Lorca Massine, con l’assistenza di Anna Krzyskow e Manuel Paruccini; le scene di Picasso sono ricostruite da Maurizio Varamo e i costumi da Anna Biagiotti. Continue reading

Bologna: settima edizione di “(s)Nodi: dove le musiche si incrociano”

Ha preso il via il 18 luglio al Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna la settima edizione di “(s)Nodi: dove le musiche si incrociano”, in programma tutti i martedì estivi fino al 12 settembre (escluso il 15 agosto) alle ore 21, nell’ambito di “Best – La cultura si fa spazio”, cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune. La rassegna presenta otto concerti che esplorano le musiche del mondo in un viaggio virtuale attraverso suggestioni sonore provenienti da Africa, Medio Oriente, America ed Europa. Continue reading

Il Perugia Social Photo Fest lancia un bando per collage analogici

Il Perugia Social Photo Fest (Pspf), rassegna internazionale di fotografia sociale e terapeutica, in programma per la quinta edizione dal 10 marzo all’8 aprile 2018 sul tema “The Skin I Live”, lancia il bando “Frammenti Call.4.Callagist” per permettere a nuovi fotografi di esporre. Possono partecipare individui o gruppi proponendo da una a tre opere di collage analogico; il termine per la presentazione è giovedì 31 agosto. I dieci collage ritenuti più interessanti dalla giuria faranno parte di una mostra collettiva, nella sede storica della manifestazione, Palazzo Penna; il progetto vincitore sarà usato nella comunicazione ufficiale. Continue reading

Giacarta: “A journey with heart”, il duo artistico Delta N.A. all’Istituto di Cultura Italiana

L’esibizione “A journey with heart” organizzata dal 20 luglio al 18 agosto dall’Ambasciata Italiana e dall’Istituto di Cultura Italiana di Giakarta e patrocinata dalla città di Asti, è incentrata sulla tematica del viaggio fisico ed esistenziale, descritto attraverso la visione del duo di artisti italiani Delta N.A. che collabora all’unisono su ogni opera. Per loro il tempo non è più concepito come una dimensione lineare, bensì come un sovrapporsi di strati coesistenti simultaneamente: così liberata dai canoni abituali, la realtà si trasforma in un nuovo spazio regolato dall’ eterea consistenza dei principi della Meccanica Esistenziale. Continue reading

“Fenix Dna”, Fabio Plessi fa rivivere lo storico teatro veneziano

Dal 26 luglio al 6 agosto va in scena, al Teatro la Fenice di Venezia, la performance di Fabio Plessi “Fenix Dna”. Lo storico teatro diventa spazio artistico di uno dei padri fondatori della video arte, grazie a un’iniziativa promossa da Generali Italia tramite il programma Valore Cultura. Da sempre gli elementi primordiali e primigeni dell’acqua e del fuoco sono al centro della ricerca artistica di Plessi che, anche in questa occasione, si esprime attraverso ciò che caratterizza il suo dna, fondendolo a quello de La Fenice, grazie a 200 calchi inediti disegnati e modellati dal veneziano Guerrino Lovato, quali prototipi delle sculture e dei bassorilievi di ornato della cavea del teatro, distrutto da un terribile incendio nel 1996 e che ha riaperto le porte nel dicembre del 2003. L’evento è prodotto da Fondazione Teatro La Fenice, in collaborazione con Arthemisia. Continue reading

Igor Patruno e il romanzo non scritto sul `77

Perché un anno tragico come il 1977 in Italia non ha prodotto un romanzo? Perché quelli che avevano vent’anni all’epoca non sono riusciti a raccontare la loro generazione sospesa tra voglia di cambiare il mondo e voglia di distruggere quello che c’era? Le parole ritrovate, Il romanzo perduto dei ragazzi del ’77 di Igor Patruno, uscito da Ponte Sisto, è un metaromanzo: nella prima parte l’autore si sofferma sugli eventi principali dell’ultimo scorcio degli anni settanta, nella seconda vengono riproposte le interviste sulle prospettive dello strumento narrativo realizzate dallo stesso Patruno (con la collaborazione di Massimo Barone e Antonio Veneziani) per  la sua rubrica settimanale su «Lotta Continua» nel 1980.  Questi i nomi degli intervistati sulle sorti del romanzo: Barbara Alberti, Alberto Arbasino, Dario Bellezza, Silvana Castelli, Franco Cordelli, Umberto Eco, Dacia Maraini, Anna Mongiardo, Alberto Moravia, Renzo Paris, Aldo Rosselli.

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Specchia: cinque artisti per la collettiva “Nagla”

Donna Bianca riapre e amplia il suo spazio espositivo, Ex deposito agricolo di Palazzo Coluccia a Specchia (Lecce) proponendo dal 16 luglio al 3 settembre, “Nagla – five painting exhibitions”, rassegna dedicata alla pittura contemporanea. Massimo Dalla Pola, Samuele Mello, Massimo Pasca, Milena Sgambato e Agnese Skujina sono i 5 artisti invitati ad abitare le stanze e gli spazi dello storico palazzo; la rassegna è curata da Donato Viglione. Continue reading

Barberino Val D’Elsa: “Stelle di carta”, personale di Luca Viviani

Fino al 24 settembre presso l’Osservatorio Polifunzionale del Chianti a Barberino Val D’Elsa (Firenze) è possibile visitare la personale di Luca Viviani “Stelle di carta”, inaugurata il 15 luglio scorso e curata da Giada Rodani. In mostra una selezione di linoleografie facenti parte dell’apparato iconografico dell’omonimo libro Stelle di carta, in cui l’artista affianca ai suoi lavori alcune citazioni celebri. Continue reading

Tutto il mondo di Ostkreuz, la “Magnum” della fotografia tedesca

Nella primavera del 1990 sette fotografi di Berlino est sono seduti a un tavolo del Café du Marché a Parigi, il Muro è caduto da poco e, nella Germania ancora divisa, nessuno sa ancora immaginare l’evolversi degli eventi. I fotografi si trovano in città su invito di Mitterrand per partecipare a una mostra che riunisce i maggiori artisti della DDR; tra loro Sibylle Bergemann, Harald Hauswald, Ute Mahler e Werner Mahler. In mente hanno l’esempio della Magnum Photos, di cui conoscono alcuni membri, e ora, tutti riuniti a Parigi, decidono di fondare una propria agenzia. La chiamano Ostkreuz, usando il nome di una stazione della ferrovia metropolitana che collega la parte est di Berlino con l’intera città, un modo per connotare la loro attività che, partendo da est, possono finalmente svolgere in tutte le direzioni. Gli spazi espositivi del Museo di Roma in Trastevere ospitano, OSTKREUZ., una mostra dedicata all’ agenzia fotografica tedesca, che espone oltre 250 fotografie di 22 fotografi, dai lavori immediatamente successivi il crollo del Muro fino ai giorni nostri.

Una sezione dell’esposizione sarà invece nel Foyer dell’Auditorium del Goethe-Institut in via Savoia e la mostra fa parte del circuito del festival FotoLeggendo

Nel complesso, le foto in mostra riproducono un variopinto mosaico di stili e approcci differenti, spesso caratteristici del periodo in cui sono nate, e per questo sono rappresentative dello sviluppo della fotografia nell’ultimo quarto di secolo a Berlino e in Germania, ma anche oltre questi confini geografici. In mostra infatti  anche lo sguardo dei fotografi sul mondo: dal reportage sulla cultura heavy metal al ritratto della Corte internazionale di giustizia, passando per eventi storici come la Primavera di Praga o la rivoluzione in Egitto.

Un esposizione insomma davvero bella e piena di spunti, che racconta il passato prossimo, come nel caso delle bellissime immagini dei luoghi in cui operava la Stasi nell’ allora Germania Est, ma anche il presente di luoghi come Gaza o i delle repubbliche asiatiche ex sovietiche come il Kazakistan o l’ Azerbaijan. Da non perdere anche il reportage dedicato ad internet, solo in apparenza invisibile…

Noi ci siamo fatti guidare da Gabriele Kreutzer Lenz, direttrice generale del Goethe-Institut in Italia, che con passione e competenza ci ha raccontato la storia di quello che oggi è il più rinomato collettivo di fotografi tedesco e ci ha spiegato diverse tra le più belle ed importanti opere che si possono ammirare in mostra.

“Ostkreuz”

Roma, Museo di Roma in Trastevere e Goethe institut

24 Giugno – 17 Settembre

Per la foto

© Heinrich Volkel / OSTKREUZ

 

 

 

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